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"Le forme del colloquio. In ascolto. Mario Luzi" è già di per sé un titolo parlante che pone al centro del discorso l'importanza assoluta della pluralità nel circolo della comunicazione. Quanti di noi ascoltano davvero il proprio interlocutore? Vi siete mai chiesti qual è la differenza tra sentire ed ascoltare? Chi si fida delle parole del prossimo? Ecco, il colloquio luziano ci insegna il valore dell'attesa, l'atto di protrarsi verso qualcuno. Perché il dia-logo e il cum-lloquio interpretano l'incontro come una forma di visitazione che parte, appunto, dalla bellezza di ammirare le espressioni del volto altrui. Grazie alla scoperta dell'alterità e della diversità, l'uomo può restare desto ed essere tenuto sveglio da un enigma. Non ci solo soluzioni ma solo altre interrogazioni, tipico atteggiamento di chi, umilmente, sa di non sapere. Per questo il dialogo socratico si rivelerà lo strumento didattico più efficace di tutti i tempi. "Uno ha sempre torto ma con due comincia la verità". Così, il poeta Luzi si fa portavoce di questa citazione nietzschiana soprattutto nella sua produzione teatrale poiché il verbo è l'unica prova della nostra stessa vita.